POLITICHE GIOVANILI DELL'UNIONE EUROPEA
La gioventù europea pone alle istituzioni comunitarie alcune della sfide più complesse da affrontare: la piaga della disoccupazione, un educazione adeguata alle richieste del mondo del lavoro e la possibilità di influire sulle scelte europee sono solo alcune delle tante voci provenienti dai giovani dell’Unione. Per loro l’Ue ha sviluppato un’ampia strategia volta a favorire il dialogo e l’integrazione sociale dei giovani e la loro partecipazione nel processo di elaborazione delle politiche; essa si articola in due principali obbiettivi: offrire nuove opportunità nel campo dell’istruzione e del lavoro e incoraggiare i giovani alla partecipare attivamente alla società. Per raggiungere il primo obbiettivo sono stati sviluppati alcuni strumenti per garantire alla gioventù europea un’ istruzione di qualità, anche attraverso forme di apprendimento non tradizionali, e una migliore transizione dal mondo dell’istruzione a il mercato del lavoro. Il più famoso è sicuramente Erasmus+, che dallo scorso anno accorpa tutti i programmi di mobilità europea nei campi della formazione, del volontariato e del lavoro; permettendo a migliaia di studenti, insegnati e lavoratori di svolgere periodi di formazione, tirocinio e apprendistato all’interno di 33 paesi tra europei e partner. L’esperienza Erasmus non solo è importante per la formazione scolastica ma incentiva lo sviluppo di sei tratti della personalità ritenuti di primaria importanza dai datori di lavoro quali la tolleranza nei confronti dell’ambiguità, la curiosità, la fiducia , la serenità, la determinazione e l’attitudine a risolvere i problemi. Proprio per ciò, nell’ambito della strategia Europa2020, la commissione europea ha deciso un aumento di budget del 40% ambendo a distribuire più di 4 milioni di borse di studio entro il 2020. Per coloro che hanno abbandonato gli studi e non trovano un’occupazione, di età compresa tra 15 e 29 anni, è stato lanciato il programma Garanzia Giovani(Youth Guarantee) che fornisce a coloro che hanno abbandonato gli studi la possibilità di riprenderli, acquisire professionalità specialistiche e di facilitare il loro ingresso nel mercato del lavoro; il programma offre tirocini e stage presso aziende private con incentivi all’assunzione una volta terminato il periodo di tirocinio.
Nel progetto europeo la partecipazione attiva della gioventù al dibattito politico non deve essere tralasciata, perciò ogni 6 mesi si tiene una conferenza dell’unione europea sulla gioventù, ospitata dal paese a cui spetta il turno di presidenza. Le conferenze, oltre a essere un luogo in cui associazioni giovanili, consigli della gioventù e rappresentanti dei ministeri possono confrontarsi e discutere le politiche, ospitano il dialogo strutturato ovvero una serie di dibattiti che incoraggiano la partecipazione di giovani di varia provenienza allo sviluppo delle politiche a loro rivolte. Al termine delle sedute l’assemblea stila delle raccomandazioni che sono dibattute e votate dai rappresentanti dei ministeri della gioventù. Tre volte all’anno, per 10 giorni, invece si riunisce il parlamento europeo dei giovani un istituzione che permette ad una delegazione di ragazzi tra i 16 e i 22 anni di ognuno dei 28 paesi, selezionati con concorsi nazionali, di vivere il confronto politico, dibattere le tematiche “calde”, formulare e votare una risoluzione in proposito.
Un'altra opportunità per la partecipazione giovanile alla società è il volontariato: sia il programma Erasmus+ che il Servizio Volontario Europeo offrono possibilità agli interessati di trascorrere un periodo tra i 2 ei 12 mesi impegnati in progetti presso ONG all’estero in svariati campi: cultura, sport e ambiente sono solo alcuni esempi delle possibilità offerte. Le competenze apprese nel corso delle attività di volontariato vengono riconosciute e sono spendibili sul mercato del lavoro.
Portale Europeo per i giovani
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Davide Demarchi