POLITICHE ANTITERRORISMO UE
Dopo gli attentati alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 il terrorismo è stato posto violentemente in primo piano all’attenzione internazionale. In seguito, dopo l’allarmismo, le rivendicazioni, l’interventismo, e altri sporadici attacchi non meno violenti (Madrid 2004) il fenomeno ha cominciato anche a trovare delle interpretazioni più o meno arbitrarie anche nell’opinione pubblica. Nell’odierno 2015, dopo l’atroce attacco avvenuto a Parigi nella sede del giornale satirico più irriverente di tutta la Francia, l’Unione Europea, colpita al suo interno, si trova faccia a faccia con le domande, i dubbi e le paure dell’opinione pubblica interna; quella dei cittadini europei. Essi non si sentono più al sicuro. Vedono un pericolo che viene dall’esterno, che mira alla loro tranquillità e alla pace, seminando il terrore. In primo luogo penso sia importante specificare e spiegare di cosa si parla negli ultimi tempi: l’Isis, l’organizzazione terroristica di cui si sente parlare negli ultimi mesi, è un’organizzazione nata da musulmani integralisti sunniti provenienti principalmente da Iraq e Siria, che mira a instaurare uno “Stato Islamico”, ossia che segua le leggi e le regole determinate dalla sharia, la legge islamica e attraverso il terrorismo mira a cercare l’attenzione dei media e internazionale per il raggiungimento dei propri fini. Naturalmente è più di questo, e dal momento che non è questo lo spazio giusto per parlarne, alla fine dell’articolo allego alcuni interessanti articoli che spiegano meglio cosa sia l’Isis. In ogni caso, questa organizzazione è oggi “l’occhio del ciclone” del terrorismo e il potenziale nemico dell’Europa. Europa che si trova ad esserne l’obbiettivo principale, soprattutto a causa del fatto che quest’anno ospiterà alcuni eventi di rilievo internazionale come per esempio l’Expo di Milano, che potenzialmente rappresenta l’obbiettivo perfetto per attuare un attentato terroristico. Come si protegge, o come pensa di proteggersi l’Unione Europea da tale pericolo?
Grazie al Programma di Stoccolma (2010) l’Unione Europea pone come cardini del suo corretto funzionamento le priorità alla libertà, alla sicurezza e alla giustizia. Nell’ambito di questo programma, i provvedimenti riguardanti la sicurezza vertono anche sulla protezione in quanto “Il programma di Stoccolma raccomanda lo sviluppo di una strategia di sicurezza interna dell'Unione per garantire la protezione dei cittadini e la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo”. Il programma antiterrorismo a cui si riferisce il programma è un atto del Consiglio Europeo emanato nel 2005, un anno dopo il tragico attentato di Madrid che produsse più di cento vittime. In questo atto, l’Unione Europea si propone di combattere il terrorismo su scala globale, attraverso quattro obbiettivi: la prevenzione, la protezione, il perseguimento e la risposta. La Prevenzione mirerebbe principalmente ad evitare l’affiliazione di homegrown terrorists, terroristi nati e cresciuti all’interno dei confini comunitari, la Protezione vorrebbe ridurre la vulnerabilità dei principali obbiettivi europei, il Perseguimento individuare e perseguire i terroristi e la Risposta saper reagire in caso di avvenuto attentato. Le modalità attraverso cui attuare questi obbiettivi, sono affidati agli stati membri. La mancata politica di difesa comune, fa sì che lo scoordinamento tra i 28 paesi regni sovrano e che purtroppo nonostante esista una strategia, non vi sia modo di metterla in pratica. I motivi di ciò sono molteplici: in primo luogo, i fondi stanziati dall’Unione per la “protezione”, verrebbe usata dai paesi membri principalmente per rinforzare il proprio apparato di difesa contro eventuali attacchi chimici o nucleari, in secondo luogo i paesi sarebbero restii a fornire i nomi dei propri cittadini sospettati, danneggiando così le ricerche dei servizi segreti europei (SitCen). Inoltre le attività di investigazione dei vari stati sarebbero più concentrati sulle frontiere, piuttosto che all’interno, alimentando così la demagogia dei partiti nazionalisti contro l’immigrazione e trascurando invece l’importantissima prevenzione interna (comunque curata dal cruciale lavoro dei network RAN anti-radicalizzazione, a cui appartengono più di mille associazioni seminate in tutta Europa). Ricordiamo in merito che gli attentatori degli attacchi di Parigi erano francesi cresciuti in Francia.
Con gli ultimissimi attentati, la mentalità europea sta subendo alcuni cambiamenti che, si spera, porteranno a una riflessione più generalizzata alla collaborazione e al coordinamento. Speriamo in futuro di poter vedere un maggior impegno da parte delle istituzioni europee verso temi cruciali come quelli del terrorismo e della protezione comune, più focalizzata sulla difesa che sull’attacco, sulla pace che sulla guerra.
APPROFONDIMENTI:
· Atto ufficiale (ITA) del Consiglio Europeo sul terrorismo (2005): http://register.consilium.europa.eu/doc/srv?f=ST+14469+2005+REV+4&l=it
· Fonte principale del mio articolo: http://www.linkiesta.it/politiche-antiterrorismo-unione-europea
· ISIS, per capire meglio di cosa si parla: http://www.ilpost.it/2014/06/19/isis-iraq/
· Per capire cosa è il Network anti-radicalizzazione: http://www.linkiesta.it/radicalizzazione-islam
Serena Maucci
Grazie al Programma di Stoccolma (2010) l’Unione Europea pone come cardini del suo corretto funzionamento le priorità alla libertà, alla sicurezza e alla giustizia. Nell’ambito di questo programma, i provvedimenti riguardanti la sicurezza vertono anche sulla protezione in quanto “Il programma di Stoccolma raccomanda lo sviluppo di una strategia di sicurezza interna dell'Unione per garantire la protezione dei cittadini e la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo”. Il programma antiterrorismo a cui si riferisce il programma è un atto del Consiglio Europeo emanato nel 2005, un anno dopo il tragico attentato di Madrid che produsse più di cento vittime. In questo atto, l’Unione Europea si propone di combattere il terrorismo su scala globale, attraverso quattro obbiettivi: la prevenzione, la protezione, il perseguimento e la risposta. La Prevenzione mirerebbe principalmente ad evitare l’affiliazione di homegrown terrorists, terroristi nati e cresciuti all’interno dei confini comunitari, la Protezione vorrebbe ridurre la vulnerabilità dei principali obbiettivi europei, il Perseguimento individuare e perseguire i terroristi e la Risposta saper reagire in caso di avvenuto attentato. Le modalità attraverso cui attuare questi obbiettivi, sono affidati agli stati membri. La mancata politica di difesa comune, fa sì che lo scoordinamento tra i 28 paesi regni sovrano e che purtroppo nonostante esista una strategia, non vi sia modo di metterla in pratica. I motivi di ciò sono molteplici: in primo luogo, i fondi stanziati dall’Unione per la “protezione”, verrebbe usata dai paesi membri principalmente per rinforzare il proprio apparato di difesa contro eventuali attacchi chimici o nucleari, in secondo luogo i paesi sarebbero restii a fornire i nomi dei propri cittadini sospettati, danneggiando così le ricerche dei servizi segreti europei (SitCen). Inoltre le attività di investigazione dei vari stati sarebbero più concentrati sulle frontiere, piuttosto che all’interno, alimentando così la demagogia dei partiti nazionalisti contro l’immigrazione e trascurando invece l’importantissima prevenzione interna (comunque curata dal cruciale lavoro dei network RAN anti-radicalizzazione, a cui appartengono più di mille associazioni seminate in tutta Europa). Ricordiamo in merito che gli attentatori degli attacchi di Parigi erano francesi cresciuti in Francia.
Con gli ultimissimi attentati, la mentalità europea sta subendo alcuni cambiamenti che, si spera, porteranno a una riflessione più generalizzata alla collaborazione e al coordinamento. Speriamo in futuro di poter vedere un maggior impegno da parte delle istituzioni europee verso temi cruciali come quelli del terrorismo e della protezione comune, più focalizzata sulla difesa che sull’attacco, sulla pace che sulla guerra.
APPROFONDIMENTI:
· Atto ufficiale (ITA) del Consiglio Europeo sul terrorismo (2005): http://register.consilium.europa.eu/doc/srv?f=ST+14469+2005+REV+4&l=it
· Fonte principale del mio articolo: http://www.linkiesta.it/politiche-antiterrorismo-unione-europea
· ISIS, per capire meglio di cosa si parla: http://www.ilpost.it/2014/06/19/isis-iraq/
· Per capire cosa è il Network anti-radicalizzazione: http://www.linkiesta.it/radicalizzazione-islam
Serena Maucci