I PROTAGONISTI
"Dal Congresso di Vienna a voi"
"Dal Congresso di Vienna a voi"
In corrispondenza dal Congresso di Vienna, buongiorno a tutti cari lettori.
La vostra cronista preferita vi scrive dal castello di Schönbrunn da cui, dal 1 novembre, è iniziata la nostra serie di interviste per tenervi aggiornati sulle decisioni che i principali capi di Stato e Governo stanno prendendo in merito all'assetto futuro dei nostri territori.
Dopo aver intervistato il ministro degli esteri britannico, il visconte Castlereagh, il principe Klemens von Metternich rappresentante dell'Austria, il principe Karl August von Hardenberg rappresentante della Prussia, questa settimana abbiamo con noi Henri de Saint Simon.
Ma facciamo un piccolo riassunto dei fatti accaduti.
Il Congresso di Vienna è iniziato il 1 novembre come conseguenza dei fatti della Rivoluzione francese (1789-1799) e soprattuto delle guerre napoleoniche (1803-1815) che hanno visto la disfatta di Napoleone dopo il suo tentativo espansionistico. Le principali potenze europee, capeggiate dalla Gran Bretagna si sono mosse contro l'imperatore francese per contenere le sue mire egemoniche e sono riuscite con la battaglia di Waterloo, il 21 giugno 1815, a sconfiggerlo definitivamente.
Dal momento della sua disfatta , quindi, si è reso necessario riorganizzare l'assetto dei territori non solo francesi ma di tutte le potenze coinvolte, seguendo il principio che i grandi conflitti e le questioni internazionali vadano risolte , prima che con la guerra, con riunioni e incontri a cui partecipino le nazioni interessate.
Due sono le linee politiche che si stanno contrapponendo all'interno del Congresso, tra coloro che vogliono un puro e semplice ritorno al passato e quelli che sostengono la necessità di un compromesso con la storia trascorsa: “Conservare progredendo» .
Proprio in merito a questi diversi punti di vista, Henri de Saint Simon si è fatto portavoce di un'idea e un pensiero che potrebbe risultare “rivoluzionario”. Ma procediamo con ordine e con calma.
Saint-Simon ha partecipato con il grado di capitano alla guerra di indipendenza americana, fra il 1776 e il 1783. Preso prigioniero dagli inglese, alla fine della guerra ritorna in patria, continunando nella carriera militare, raggiungendo nel 1788 il grado di tenente di colonnello. Dalle ultime notizie apprese emerge che nel 1790 ha rinunciato al suo titolo e a tutti i diritti e privilegi connessi con il suo status nobiliare, assumendo il nome di “cittadino Bonhomme”. Nonostante ciò ha continuato a mantenere una vita brillante e dispendiosa, viaggiando tra Germania, Inghilterra e Svizzera e aprendo a Parigi uno dei salotti più in vista.(ndr) .
E' da diversi anni che le sue interviste si limitano a scarne informazioni rilasciate dal suo domestico personale (che secondo alcune fonti è anche colui che lo mantiene). Per questo motivo è un grande piacere ed onore poter raccogliere i suoi pensieri per la prima volta dopo tanto tempo.
Buongiorno conte Saint-Simon, come mai ha deciso di rilasciare qualche intervista dopo tanto tempo?
Buongiorno a voi, il periodo storico che stiamo attraversando mi impone di parlare. Non posso più rimanere solo con i miei scritti, ma devo cercare di coinvolgere e narrare ad un pubblico quanto più vasto possibile. Quello che abbiamo appena vissuto (la venuta e la successiva sconfitta di Napoleone n.d.r), non può essere trascurato e ignorato. Sono necessari dei cambiamenti. Solo se si verificheranno il Congressso di Vienna avrà vinto.
Di quali cambiamenti parliamo: territoriali, politici..?
Allora, prima di tutto credo che questo Congresso non debba dimenticare l'importanza degli avventimenti su suolo americano e sul nostro territorio. Dalla guerra di indipendenza sembra passato molto tempo, ma in realtà solamente 31 anni sono trascorsi; sono avvenute talmente tante cose nel frattempo che sembra di essercene dimenticati. La Rivoluzione americana ha segnato l'inizio di una nuova era politica che ha determinato un progresso importante della nostra civiltà e questo ha modificato gli orientamenti stessi dei nostri territori e delle nostre politiche.
Dall'altra parte, gli scontri tra Inghilterra e Francia hanno fatto tremare tutti noi.
Mi scusi, ma avvenimenti di 30 anni fa come possono avere eco anche oggi? E soprattutto non dovremo concentrarci sulle decisioni che si stanno prendendo in questi giorni così importanti?
Lei sbaglia a pensare che quegli avvenimenti non abbiano importanza ora. E' proprio da quegli avvenimenti e da quelle idee , che sono state portate avanti anche all'inizio della Rivoluzione francese, che mi sono reso conto, anzi ci siamo resi conto che il mondo dell'antico regime è finito.
Non possiamo tornare ai vecchi ordinamenti e ai vecchi assetti istituzionali. Sarebbe un errore. Perchè portrebbe a nuovi conflitti e nuovi scontri. Per questo ritengo che, se le decisioni giuste non verranno prese, questo Congresso si rivelerà un fallimento.
E quali sarebbero, quindi, le decisioni giuste da prendere?
Senza dubbio bisogna riorganizzare il sistema religioso, il sistema morale e soprattutto il sistema politico sotto qualsiasi aspetto.
Bene questo concetto sembra abbastanza chiaro, ma la domanda è come riorganizzarli?
Bisogna creare degli assetti istituzionali che portino alla creazione di un'unione dei territori definiti europei: la francia, l'inghilterra, la stessa Germania... solo tramite questa unione si potrà avere un periodo di pace e prosperità che potrebbe portare altri paesi ad unirsi in questo grande disegno.
Ci spieghi meglio.
Con la costruzione di un parlamento europeo, cioè di un'organismo con poteri superiori rispetto a quelli dei signoli paesi i problemi potranno essere risolti. Pensiamo alla questione nazionale tedesca: essa può rappresentare un problema per tutti gli altri territori. Ma se noi creassimo questo Parlamento, esso potrebbe occuparsi di questo pericolo senza inescare nessuna lotta o guerra. In passato la Francia poteva essere salvata dall’Inghilterra; e l’Inghilterra le ha rifiutato il suo aiuto. Invece di spegnere il fuoco, essa ha cercato di aumentarlo ancora: la Francia è stata inondata di sangue. Quello che sono stati l’Inghilterra e la Francia, la Germania lo è oggi: gli stessi mali la minacciano, gli stessi soccorsi possono salvarla. V’è di più… [la Germania] non solo deve cambiare la sua costituzione, è anche necessario che si riunisca in un corpo solo e riunisca, sotto un medesimo governo, una moltitudine di governi sparsi. La Germania divisa è in balia di tutti; solo con l’unione può diventare potente. La prima opera del parlamento anglo-francese deve essere quella di affrettare la riorganizzazione della Germania… Quando sarà giunto il tempo in cui la società anglo-francese si sarà accresciuta con la riunione della Germania; in cui un parlamento, comune alle tre nazioni, sarà stato costituito, la riorganizzazione del resto dell’Europa diverrà più pronta e facile… Allora i principi del parlamento diverranno più liberali, le sue operazioni più disinteressate e la sua politica più favorevole al resto delle nazioni.
Quindi, secondo lei, l'unico modo per raggiungere la pace in Europa è tramite la creazione di un Parlamento europeo che in un primo momento sia solo un Parlamento anglo-francese. Non si potrebbero invece rafforzare e ampliare i trattati tra i paesi e organizzare Congressi periodici, rispettandone la nazionalità di ciascuno?
Guardi, se noi pensassimo solo ai trattati le cose non cambierebbero. I governanti delle nazioni si sentirbbero comunque il diritto di intervenire di fronte a fatti su cui possono non essere d'accordo, per alleanze o amicizie precedenti.
Bisogna invece creare una forza superiore che unisca gli interessi di tutti.
Questo non porterà alla perdita di nazionalità, ma solo a una piccola cessione di alcuni poteri ad un organismo sovranazionale che si dimostrerà totalmente imparziale e potrà risolvere le controversie in momenti di crisi.
E come si può sviluppare la volontà di creare questo grande progetto?
Ogni uomo, in qualsiasi paese sia nato e di qualunque Stato sia cittadino, contrae sempre attraverso l’educazione, le amicizie e attraverso gli esempi che gli si offrono, alcune abitudini più o meno profonde di spingere lo sguardo al di là dei limiti del proprio benessere personale e di confondere il proprio interesse nell’interesse della società di cui è membro.
Come per i governi nazionali, lo stesso avviene per il governo europeo: non può agire senza una volontà comune a tutti i suoi membri.
Ora, questa volontà nel governo europeo può provenire solo da una maggiore generalità di opinioni, da un sentimento più esteso che si può chiamare il patriottismo europeo.
E chi dovrebbe governare questo parlamento?
A questo , chiaramente, non ho ancora pensato. Sicuramente però Il re del parlamento europeo deve essere il primo a insediarsi nelle sue funzioni.
Da lui deve aver inizio l’azione, perchè l’istituzione del grande parlamento si faccia senza rivoluzione e senza turbamenti. La dignità regale deve essere ereditaria.
E quali dovrebbero essere i compiti del Parlamento?
Potrà riscuotere le tasse per le necessità di cui ha bisogno, gestire imprese che abbiano un'utilità generale, controllare l'istruzione pubblica, avà cura di creare un codice morale che riguardi i singoli cittadini e la comunità intera. In questo, inoltre, sarà dimostrato che i principi su cui posa la confederazione europea sono i migliori, i più solidi, i soli capaci di dare alla società la massimo felicità. Inoltre permetterà la libertà di esercizio di tutte le religioni, ma reprimerà qualsiasi comportamento vada contro il codice morale stabilito.
E lei pensa che in questo modo si potrà creare un sistema che garantisca la pace e la stabilità?
Non solo lo penso, ma ne sono estremamente convinto. Se non lasciamo da parte i sentimenti nazionalisti che portano al prevaricare gli uni sugli altri, se crediamo che una sola nazione abbia più potere delle altre o più diritto delle altre alla conquista, se non convergiamo le nostre forze... ecco beh, Napoleone non sarà che l'inizio di una serie di scontri e guerre che non potranno che portare allo sfacelo.
Sono pronto a scommettere che, se tra cento anni, il parlamento europeo non sarà sato ancora creato, conflitti molto più gravi e con portata molto più intensa sconvolgeranno le nostre nazioni.
Beh non si può non dire che l'idea proposta da Saint-Simon non sia innovativa ed originale. Ora bisogna solo vedere se sarà presa in considerazione dai partecipanti al Congresso e se potrà essere veramente efficace.
Come si dice in questi casi, ai posteri l'ardua sentenza.
Al prossimo appuntamento.
Erica Crespiani
La vostra cronista preferita vi scrive dal castello di Schönbrunn da cui, dal 1 novembre, è iniziata la nostra serie di interviste per tenervi aggiornati sulle decisioni che i principali capi di Stato e Governo stanno prendendo in merito all'assetto futuro dei nostri territori.
Dopo aver intervistato il ministro degli esteri britannico, il visconte Castlereagh, il principe Klemens von Metternich rappresentante dell'Austria, il principe Karl August von Hardenberg rappresentante della Prussia, questa settimana abbiamo con noi Henri de Saint Simon.
Ma facciamo un piccolo riassunto dei fatti accaduti.
Il Congresso di Vienna è iniziato il 1 novembre come conseguenza dei fatti della Rivoluzione francese (1789-1799) e soprattuto delle guerre napoleoniche (1803-1815) che hanno visto la disfatta di Napoleone dopo il suo tentativo espansionistico. Le principali potenze europee, capeggiate dalla Gran Bretagna si sono mosse contro l'imperatore francese per contenere le sue mire egemoniche e sono riuscite con la battaglia di Waterloo, il 21 giugno 1815, a sconfiggerlo definitivamente.
Dal momento della sua disfatta , quindi, si è reso necessario riorganizzare l'assetto dei territori non solo francesi ma di tutte le potenze coinvolte, seguendo il principio che i grandi conflitti e le questioni internazionali vadano risolte , prima che con la guerra, con riunioni e incontri a cui partecipino le nazioni interessate.
Due sono le linee politiche che si stanno contrapponendo all'interno del Congresso, tra coloro che vogliono un puro e semplice ritorno al passato e quelli che sostengono la necessità di un compromesso con la storia trascorsa: “Conservare progredendo» .
Proprio in merito a questi diversi punti di vista, Henri de Saint Simon si è fatto portavoce di un'idea e un pensiero che potrebbe risultare “rivoluzionario”. Ma procediamo con ordine e con calma.
Saint-Simon ha partecipato con il grado di capitano alla guerra di indipendenza americana, fra il 1776 e il 1783. Preso prigioniero dagli inglese, alla fine della guerra ritorna in patria, continunando nella carriera militare, raggiungendo nel 1788 il grado di tenente di colonnello. Dalle ultime notizie apprese emerge che nel 1790 ha rinunciato al suo titolo e a tutti i diritti e privilegi connessi con il suo status nobiliare, assumendo il nome di “cittadino Bonhomme”. Nonostante ciò ha continuato a mantenere una vita brillante e dispendiosa, viaggiando tra Germania, Inghilterra e Svizzera e aprendo a Parigi uno dei salotti più in vista.(ndr) .
E' da diversi anni che le sue interviste si limitano a scarne informazioni rilasciate dal suo domestico personale (che secondo alcune fonti è anche colui che lo mantiene). Per questo motivo è un grande piacere ed onore poter raccogliere i suoi pensieri per la prima volta dopo tanto tempo.
Buongiorno conte Saint-Simon, come mai ha deciso di rilasciare qualche intervista dopo tanto tempo?
Buongiorno a voi, il periodo storico che stiamo attraversando mi impone di parlare. Non posso più rimanere solo con i miei scritti, ma devo cercare di coinvolgere e narrare ad un pubblico quanto più vasto possibile. Quello che abbiamo appena vissuto (la venuta e la successiva sconfitta di Napoleone n.d.r), non può essere trascurato e ignorato. Sono necessari dei cambiamenti. Solo se si verificheranno il Congressso di Vienna avrà vinto.
Di quali cambiamenti parliamo: territoriali, politici..?
Allora, prima di tutto credo che questo Congresso non debba dimenticare l'importanza degli avventimenti su suolo americano e sul nostro territorio. Dalla guerra di indipendenza sembra passato molto tempo, ma in realtà solamente 31 anni sono trascorsi; sono avvenute talmente tante cose nel frattempo che sembra di essercene dimenticati. La Rivoluzione americana ha segnato l'inizio di una nuova era politica che ha determinato un progresso importante della nostra civiltà e questo ha modificato gli orientamenti stessi dei nostri territori e delle nostre politiche.
Dall'altra parte, gli scontri tra Inghilterra e Francia hanno fatto tremare tutti noi.
Mi scusi, ma avvenimenti di 30 anni fa come possono avere eco anche oggi? E soprattutto non dovremo concentrarci sulle decisioni che si stanno prendendo in questi giorni così importanti?
Lei sbaglia a pensare che quegli avvenimenti non abbiano importanza ora. E' proprio da quegli avvenimenti e da quelle idee , che sono state portate avanti anche all'inizio della Rivoluzione francese, che mi sono reso conto, anzi ci siamo resi conto che il mondo dell'antico regime è finito.
Non possiamo tornare ai vecchi ordinamenti e ai vecchi assetti istituzionali. Sarebbe un errore. Perchè portrebbe a nuovi conflitti e nuovi scontri. Per questo ritengo che, se le decisioni giuste non verranno prese, questo Congresso si rivelerà un fallimento.
E quali sarebbero, quindi, le decisioni giuste da prendere?
Senza dubbio bisogna riorganizzare il sistema religioso, il sistema morale e soprattutto il sistema politico sotto qualsiasi aspetto.
Bene questo concetto sembra abbastanza chiaro, ma la domanda è come riorganizzarli?
Bisogna creare degli assetti istituzionali che portino alla creazione di un'unione dei territori definiti europei: la francia, l'inghilterra, la stessa Germania... solo tramite questa unione si potrà avere un periodo di pace e prosperità che potrebbe portare altri paesi ad unirsi in questo grande disegno.
Ci spieghi meglio.
Con la costruzione di un parlamento europeo, cioè di un'organismo con poteri superiori rispetto a quelli dei signoli paesi i problemi potranno essere risolti. Pensiamo alla questione nazionale tedesca: essa può rappresentare un problema per tutti gli altri territori. Ma se noi creassimo questo Parlamento, esso potrebbe occuparsi di questo pericolo senza inescare nessuna lotta o guerra. In passato la Francia poteva essere salvata dall’Inghilterra; e l’Inghilterra le ha rifiutato il suo aiuto. Invece di spegnere il fuoco, essa ha cercato di aumentarlo ancora: la Francia è stata inondata di sangue. Quello che sono stati l’Inghilterra e la Francia, la Germania lo è oggi: gli stessi mali la minacciano, gli stessi soccorsi possono salvarla. V’è di più… [la Germania] non solo deve cambiare la sua costituzione, è anche necessario che si riunisca in un corpo solo e riunisca, sotto un medesimo governo, una moltitudine di governi sparsi. La Germania divisa è in balia di tutti; solo con l’unione può diventare potente. La prima opera del parlamento anglo-francese deve essere quella di affrettare la riorganizzazione della Germania… Quando sarà giunto il tempo in cui la società anglo-francese si sarà accresciuta con la riunione della Germania; in cui un parlamento, comune alle tre nazioni, sarà stato costituito, la riorganizzazione del resto dell’Europa diverrà più pronta e facile… Allora i principi del parlamento diverranno più liberali, le sue operazioni più disinteressate e la sua politica più favorevole al resto delle nazioni.
Quindi, secondo lei, l'unico modo per raggiungere la pace in Europa è tramite la creazione di un Parlamento europeo che in un primo momento sia solo un Parlamento anglo-francese. Non si potrebbero invece rafforzare e ampliare i trattati tra i paesi e organizzare Congressi periodici, rispettandone la nazionalità di ciascuno?
Guardi, se noi pensassimo solo ai trattati le cose non cambierebbero. I governanti delle nazioni si sentirbbero comunque il diritto di intervenire di fronte a fatti su cui possono non essere d'accordo, per alleanze o amicizie precedenti.
Bisogna invece creare una forza superiore che unisca gli interessi di tutti.
Questo non porterà alla perdita di nazionalità, ma solo a una piccola cessione di alcuni poteri ad un organismo sovranazionale che si dimostrerà totalmente imparziale e potrà risolvere le controversie in momenti di crisi.
E come si può sviluppare la volontà di creare questo grande progetto?
Ogni uomo, in qualsiasi paese sia nato e di qualunque Stato sia cittadino, contrae sempre attraverso l’educazione, le amicizie e attraverso gli esempi che gli si offrono, alcune abitudini più o meno profonde di spingere lo sguardo al di là dei limiti del proprio benessere personale e di confondere il proprio interesse nell’interesse della società di cui è membro.
Come per i governi nazionali, lo stesso avviene per il governo europeo: non può agire senza una volontà comune a tutti i suoi membri.
Ora, questa volontà nel governo europeo può provenire solo da una maggiore generalità di opinioni, da un sentimento più esteso che si può chiamare il patriottismo europeo.
E chi dovrebbe governare questo parlamento?
A questo , chiaramente, non ho ancora pensato. Sicuramente però Il re del parlamento europeo deve essere il primo a insediarsi nelle sue funzioni.
Da lui deve aver inizio l’azione, perchè l’istituzione del grande parlamento si faccia senza rivoluzione e senza turbamenti. La dignità regale deve essere ereditaria.
E quali dovrebbero essere i compiti del Parlamento?
Potrà riscuotere le tasse per le necessità di cui ha bisogno, gestire imprese che abbiano un'utilità generale, controllare l'istruzione pubblica, avà cura di creare un codice morale che riguardi i singoli cittadini e la comunità intera. In questo, inoltre, sarà dimostrato che i principi su cui posa la confederazione europea sono i migliori, i più solidi, i soli capaci di dare alla società la massimo felicità. Inoltre permetterà la libertà di esercizio di tutte le religioni, ma reprimerà qualsiasi comportamento vada contro il codice morale stabilito.
E lei pensa che in questo modo si potrà creare un sistema che garantisca la pace e la stabilità?
Non solo lo penso, ma ne sono estremamente convinto. Se non lasciamo da parte i sentimenti nazionalisti che portano al prevaricare gli uni sugli altri, se crediamo che una sola nazione abbia più potere delle altre o più diritto delle altre alla conquista, se non convergiamo le nostre forze... ecco beh, Napoleone non sarà che l'inizio di una serie di scontri e guerre che non potranno che portare allo sfacelo.
Sono pronto a scommettere che, se tra cento anni, il parlamento europeo non sarà sato ancora creato, conflitti molto più gravi e con portata molto più intensa sconvolgeranno le nostre nazioni.
Beh non si può non dire che l'idea proposta da Saint-Simon non sia innovativa ed originale. Ora bisogna solo vedere se sarà presa in considerazione dai partecipanti al Congresso e se potrà essere veramente efficace.
Come si dice in questi casi, ai posteri l'ardua sentenza.
Al prossimo appuntamento.
Erica Crespiani